Il Messaggero - 4 novembre 2008 -
Mentre scrivo milioni di americani in una normale giornata di lavoro stanno andando ordinatamente a votare. A causa del differente fuso orario i pazienti lettori leggeranno però queste brevi note quando già sarà conosciuto il nome del vincitore.
Pochi però conoscono il modo con cui gli americani lo hanno scelto. Si tratta di un modo perfettamente democratico, ma , a mio avviso, un po’ bizzarro.
Prima di tutto perché quasi trenta milioni di persone hanno già votato, e molti di questi da parecchi giorni.
Non solo con il voto per corrispondenza da parte di quelli che si ritrovano lontano dalla residenza abituale, ma anche da normali cittadini nei normali seggi elettorali nei molti stati nei quali è ammesso il voto anticipato. Usanza un po’ bizzarra, almeno per noi che siamo abituati a sciamare verso i seggi tutti insieme. Ma anche un po’ pericolosa se si dovesse verificare qualche grande avvenimento nei molti giorni che passano tra il primo e ultimo voto.
Ha fatto anche discutere il caso della nonna di Obama morta qualche giorno dopo aver votato. Il suo voto è valido. Ma dei trenta milioni di americani che hanno già votato nelle scorse settimane quanti saranno i voti di morti nel frattempo?
L’aspetto bizzarro non finisce però sulla soglia del seggio perché, dentro la cabina, gli elettori si trova di fronte a una varietà di sistemi di voto. Voto elettronico, voto con schede perforate,voto con punzoni e ,chi più ne ha, più ne metta.
Questi sistemi di voto e queste diversità hanno creato non poche contestazioni e gravissime tensioni nelle scorse elezioni (come in Florida). E dopo le tensioni discussioni a non finire.
Ma a conclusione di tante discussioni, l’opinione che sembra ora prevalere è quella di ritornare al passato come già si sta facendo oggi anche in molti seggi della Virginia, del New Jersey e dell’Ohio dove le ‘macchine’ si sono rotte. Tornare a votare, cioè, con la vecchia matita e la vecchia scheda elettorale.
Almeno in questo campo noi italiani possiamo dire di essere sempre stati all’avanguardia.
Mentre scrivo milioni di americani in una normale giornata di lavoro stanno andando ordinatamente a votare. A causa del differente fuso orario i pazienti lettori leggeranno però queste brevi note quando già sarà conosciuto il nome del vincitore.
Pochi però conoscono il modo con cui gli americani lo hanno scelto. Si tratta di un modo perfettamente democratico, ma , a mio avviso, un po’ bizzarro.
Prima di tutto perché quasi trenta milioni di persone hanno già votato, e molti di questi da parecchi giorni.
Non solo con il voto per corrispondenza da parte di quelli che si ritrovano lontano dalla residenza abituale, ma anche da normali cittadini nei normali seggi elettorali nei molti stati nei quali è ammesso il voto anticipato. Usanza un po’ bizzarra, almeno per noi che siamo abituati a sciamare verso i seggi tutti insieme. Ma anche un po’ pericolosa se si dovesse verificare qualche grande avvenimento nei molti giorni che passano tra il primo e ultimo voto.
Ha fatto anche discutere il caso della nonna di Obama morta qualche giorno dopo aver votato. Il suo voto è valido. Ma dei trenta milioni di americani che hanno già votato nelle scorse settimane quanti saranno i voti di morti nel frattempo?
L’aspetto bizzarro non finisce però sulla soglia del seggio perché, dentro la cabina, gli elettori si trova di fronte a una varietà di sistemi di voto. Voto elettronico, voto con schede perforate,voto con punzoni e ,chi più ne ha, più ne metta.
Questi sistemi di voto e queste diversità hanno creato non poche contestazioni e gravissime tensioni nelle scorse elezioni (come in Florida). E dopo le tensioni discussioni a non finire.
Ma a conclusione di tante discussioni, l’opinione che sembra ora prevalere è quella di ritornare al passato come già si sta facendo oggi anche in molti seggi della Virginia, del New Jersey e dell’Ohio dove le ‘macchine’ si sono rotte. Tornare a votare, cioè, con la vecchia matita e la vecchia scheda elettorale.
Almeno in questo campo noi italiani possiamo dire di essere sempre stati all’avanguardia.