Prodi e altri 25 ex leader europei chiedono sanzioni contro Israele che non ferma gli insediamenti
Articolo di Maria Grazia Bruzzone su La Stampa del 11 dicembre 2010
In una lettera inviata a Governi e Istituzioni Ue criticano la politica israeliana e premono perché la Ue riconosca lo Stato di Palestina nei confini del 1967. Un aiuto a Obama.
La notizia rimbalza dal giornale israeliano (ma non filo-governativo) Ha’aretz al sito ufficiale iraniano Press.tv.ir ( le info per una volta coincidono).
Ce la conferma la portavoce del Professore, on. Sandra Zampa. Annunciando che nelle prossime ore la lettera dovrebbe figurare anche sul sito RomanoProdi.it, insieme al testo del documento inviato, ben più corposo.
Tra i firmatari, oltre a Prodi e Amato, 10 ex ministri e 2 ex commissari Ue fra cui l’alto rappresentante per la politica Estera comune Solana, l’ex cancelliere Schmidt, l’ex primo ministro spagnolo Gonzales e l’ex premier norvegese Stoltenberg l’ex presidente della Repubblica Federale tedesca von Weizsacker, l’ex presidente irlandese Robinson.
I firmatari chiedono misure forti contro Israele in risposta alla sua politica di insediamenti nei territori occupati e del suo rifiuto a sottostare alle leggi internazionali, racconta Ha’aretz
Il gruppo formula una serie di raccomandazioni, anche in vista dell’incontro di Londra nella prossima settimana.
Unendosi alla recente decisione dei governi di Brasile e Argentina di riconoscere uno Stato Palestinese libero e indipendente entro i confini del 1967.
Documento e lettera giungono mentre l’amministrazione Usa annuncia il fallimento dei negoziati con Israele sul congelamento degli insediamenti. Secondo Ha’aretz sarebbero personaggi chiave americani ad aver suggerito ai firmatari che la strada migliore per aiutare il presidente Obama nei suoi sforzi per promuovere la pace è far sì che politiche che contraddicono le posizioni Usa abbiano un costo per Israele (di qui la richiesta di sanzioni economiche).
I leader europei sostengono gli sforzi dei palestinesi di cercare un sostegno internazionale per il riconoscimento dello Stato Palestinese in alternativa a negoziati arrivati a una impasse. Osservano che i Palestinesi non possono essere in grado di arrivare ad avere uno Stato indipendente senza un aiuto internazionale, politico ed economico.
Il gruppo chiede dunque che la Ue (finora incerta) giochi un ruolo più efficace e attivo nei confronti degli Stati Uniti, Israele e altri Stati. E chiarisce che una decisione della Ue di approfondire i rapporti con Israele, così come altri accordi bilaterali saranno congelati fino a che Israele non sospende gli insediamenti in Cisdordania e a Gerusalemme Est.
Propongono inoltre che la Ue annunci che non accetterà modifiche ai confini del 1967 che Israele ha allargato in violazione a leggi internazionali e che lo Stato Palestinese dovrebbe coprire un’area della stessa estensione. E dovrebbe anche comprendere Gerusalemme Est come capitale.
Suggeriscono che la Ue sostenga solo eventuali modifiche minori, sulle quail siano d’accordo le due parti.