I segnali di questo processo sono ancora deboli ma ben chiari e promettenti.
Lo si legge nella sintesi qui riportata di un recente editoriale sul Messaggero del Prof Prodi e dal commento che lo ha seguito da parte di Isayvani Naicker Direttrice della Accademia Africana delle Scienze , la proposta è di far nascere sulle sponde del Mediterraneo nuove Istituzioni Universitarie caratterizzate da un contributo paritetico di studenti e docenti del Nord e del sud, e ha tanti ottimi motivi di concretizzarsi
Romano Prodi già nel 2001 proponeva alla Commissione Europea da lui presieduta, di accompagnare l’allargamento ad Est, divenuto urgente dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, con la creazione di università miste e paritarie tra i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo e i paesi della sponda meridionale (soprattutto Africane, ma non solo).
Università ibride: strutture accademiche completamente nuove
Università miste non significa portare le sedi di università Europee in Tunisia o in Libia, ma inventare strutture accademiche nuove con un’unica sede divisa tra sud e nord, con un numero uguale di professori del sud e del nord, con un numero uguale di studenti del sud e nord e con l’obbligo per gli studenti di frequentare lo stesso numero di anni nel sud e nel nord. Ed era stato anche proposto, per evitare incomprensioni, di non partire da facoltà politicamente sensibili, ma di iniziare con ingegneria, fisica, scienze, chimica, medicina e agricoltura. Si prevedeva, ad esempio, la fondazione di un’università con sede a Bari (o Lecce) e ad Alessandria d’Egitto, un’altra a Napoli e Tripoli, e una terza tra un’Università della Sicilia e Tunisi, mentre la Spagna avrebbe potuto fare lo stesso con le università del Marocco e la Francia con l’Algeria .
La proposta non è stata nemmeno discussa perché i collaboratori della presidenza hanno fatto notare che, per la Gran Bretagna e altri paesi del nord, sarebbe stato uno spreco di denaro.
Il quadro è progressivamente mutato: oggi la situazione è cambiata radicalmente. La frustrazione europea per non poter essere protagonista della pace nel Mediterraneo è accompagnata dalla consapevolezza che il processo di degrado sta producendo tragedie sempre maggiori, con conflitti armati, migrazioni bibliche, illegalità dilagante e l’espansione del terrorismo.
Il denaro che sembrava buttato via vent’anni fa è diventato oggi un investimento necessario per il futuro.
All’interno della Commissione Europea c’è ormai la consapevolezza che i maggiori elementi di instabilità per il nostro continente non provengono più dall’est ma dal sud, dove Turchia e Russia esercitano un potere politico che trova la sua ragione d’essere solo nella nostra divisione.
Il costo del progetto
D’altra parte, di fronte alla nuova politica europea, il costo di un progetto di questo tipo non è certo un problema impossibile da risolvere. E, in ogni caso, si tratta di un investimento molto più di lungo termine di quello, seppur assolutamente necessario, dedicato al pattugliamento del mare, che apre un’opportunità di fondamentale importanza per i paesi del Mediterraneo in un progetto a vantaggio di tutta l’Europa.
Il tema è appena stato presentato alla Commissione Europea e al ministro Italiano della ricerca, e ha già ricevuto un sostegno molto chiaro dalla Accademia Africana delle Scienze AAS.
Dice la Direttrice della AAS ‘La proposta per le università euro mediterranee ‘ibride’ è un’ottima idea. Un suggerimento potrebbe essere quello di concentrarsi su aree di competenza comuni ai paesi coinvolti nella progettazione e nella promozione di nuove Università ‘ibride’ e trovare campioni per loro in quest’area in ciascun paese.
Penso che per ognuno di loro, se si volessero coprire tutte le discipline attive,lo sforzo sarebbe troppo costoso, ma concentrarsi su aree in cui esistesse la capacità di sviluppare una scienza eccellente,con una certa neutralità sul fronte delle religioni ad esempio: la medicina e le malattie infettive, l’agricoltura e la sicurezza alimentare, l’ambiente, il cambiamento climatico, ecc. potrebbero essere più facilmente Coinvolti’.
Punto di contatto può essere la Università Pan Africana
La Pan African University è stata concepita nel 2008, come parte dell’attuazione del Piano d’azione per il secondo decennio di istruzione per l’Africa, per sostenere la rivitalizzazione dell’istruzione superiore in Africa e contribuire al raggiungimento della visione dell’Unione africana. Nel 2009 è stato istituito un gruppo di alto livello di eminenti professori africani per aiutare nello sviluppo di strumenti di operazionalizzazione che sono stati approvati dalla Conferenza dei Ministri dell’Istruzione dell’Unione Africana nel novembre 2009. L’Assemblea dei Capi di Stato e di Governo dell’Africa ha deciso di istituire la Pan African University (PAU) il 14 dicembre 2011.